Gianlorenzo Rosi si è spento, all’età di a 75 anni. Guidò, da sindaco, la comunità di Mulazzo per un quarto di secolo. Con lui se ne va un monumento della vita politica e sociale di Mulazzo.
Perito chimico, insegnante alle scuole medie Alighieri di Mulazzo, Rosi si candidò come indipendente del Pci nel 1970. E venne eletto, a sorpresa, battendo il candidato (favoritissimo) della Democrazia Cristiana Livio Galanti, studioso di Dante di fama, che fu anche sindaco di Villafranca. Era l’inizio di un’era: Rosi fu rieletto per altre quattro volte e governò ininterrottamente sul municipio di Mulazzo fino al 1993
Carissimi Valentino, Daniela, Giada la nipotina che amava tanto, cari familiari, cari cittadini e cittadine, cari amministratori, Mulazzo e la Lunigiana tutta rendono oggi omaggio ad un uomo generoso e buono, un’intelligenza lungimirante che ha vissuto per il suo territorio e con grande sentire civile si è posto al servizio della propria comunità.
Gianlorenzo Rosi è nato a Mulazzo nel 1940 , insegnante scrupoloso ed attento alle scuole medie, ha educato e cresciuto intere generazioni di ragazzi, oggi uomini come me.
Un uomo dalle tante passioni: l’opera, la caccia, la cucina e la solidarietà.
Dal 1970 al 1993 è stato il nostro Sindaco e non solo, Gianlorenzo ricoprì anche altri ruoli: amministratore in comunità montana ed altri enti in un periodo di grande fermento sociale, in cui erano radicate fortemente le ideologie politiche ed il senso di appartenenza.
Il suo impegno nel PCI si declinò nell’attenzione verso il tema dei lavoratori propria di una sensibilità da grande uomo di sinistra come fu: allorché per la prima volta la Regione si disimpegnava dal tema dei lavoratori forestali, Gianlorenzo ideò la COAF incrementando così l’occupazione.
Ancora una volta la sua sensibilità verso temi di carattere sociale così contingenti si era tradotta in una realtà concreta, che ancora oggi opera nel nostro territorio.
Insieme ad altri grandi sindaci, amministratori e parlamentari locali, seppur su fronti politici diversi, instaurò una proficua ed utile collaborazione che ha permesso di riaffermare la centralità del nostro comune e della Lunigiana tutta.
In quegli anni abbiamo assistito a grandi cambiamenti che hanno segnato il destino di tutto il nostro territorio, proiettandoci in un’epoca di modernità senza precedenti: le grandi infrastrutture, la metanizzazione, le arterie di collegamento del fondovalle e la concentrazione dei servizi scolastici e comunali e la loro informatizzazione, la stessa autostrada A15, la dorsale che non solo collega la pianura a noi, ma che anche oggi ci permette di sopperire ai disagi della viabilità.
Tutto ciò ha disegnato l’attuale immagine di Mulazzo e lo rende un visionario ed innovatore capace, come solo pochi sanno, di scorgere il futuro disponendo nel miglior modo il presente.
Ma di Gianni dobbiamo riconoscer anche il valore di uomo di cultura, artefice di una stagione in cui si è favorita la riscoperta delle nostre tradizioni culturali e locali, per affermare un insieme di radici identitarie dalle quali, ora, concepiamo nuove strategie di sviluppo.
È stato così per Montereggio e la tradizione dei librai ,il castello di Lusuolo, il Bancarelvino e naturalmente il museo dedicato ad Alessandro Malaspina.
In queste ore angosciose ho ricevuto tante belle testimonianze e ricordi nei confronti di Gianni , da parte di persone che mi hanno voluto esprimere il proprio cordoglio.
Questo certo non può riempire il vuote determinato dalla sua scomparsa, ma ne è di consolazione e di aiuto.
Anche in questi ultimi tempi , in cui la malattia gli toglieva ogni forza, non ha mai cessato di essere disponibile ed attento a quanto ci coinvolgeva.
Mi ha sempre incoraggiato insegnandomi come un uomo, anche davanti al più frustante e triste degli accadimenti, non deve mai darsi per vinto.
“Apprezza le difficoltà perché con esse si cresce e si da il meglio di sé.”, mi diceva sempre.
Gianni ci lascia oggi la sua umanità, la sua forza che stava tutta nella fede per la verità e, dunque, la sua capacità di esserci per tutti e con tutti, non come politico, ma come uomo.
In ciò sta la firma del suo operato: nella dedizione; nella militanza che tanto può essere aspra ma sempre deve essere autentica e costruttiva; nell’umiltà di un visione politica che ammette confronti e riconosce i propri errori; nell’importanza dei legami e della mediazione elementi costitutivi del vivere civile.
In questo Gianni fu maestro.
Grazie Gianni per il tuo insegnamento: Mulazzo e la Lunigiana ti saranno riconoscenti, sempre.
Groppoli di Mulazzo 20 Novembre 2015
Il sindaco
Dott. Claudio Novoa