Le immissioni

Al fine di iniziare con un primo passo di miglioramento e per aiutare la ripresa delle comunità ittiche, nel presente progetto si è proceduto ad immettere soggetti di trote nei principali corsi d’acqua del Comune di Mulazzo. Le immissioni sono state condivise con il Co.Ge.Ser. e sono state fatte al termine del progetto di modo che il periodo coincidesse con la parte finale della stagione di pesca, cosicché gli individui immessi avessero meno pressione e potessero avere maggiori possibilità di insediarsi e dare vita ad un ripopolamento naturale anche per la stagione futura.
I siti sono stati individuati principalmente sul torrente Mangiola, in quanto è risultato quello con qualità ambientali migliori e con scorci veramente ideali per le trote. Però sono stati utilizzati stazioni di rilascio anche sul torrente Teglia ed una sul fiume Magra. Chiaramente alcune zone di rilascio sono elitarie per i pescatori, ma nel presente progetto si è cercato di utilizzare anche stazioni di più difficile accesso, ma che grazie a fondali ghiaiosi e con strutture idonee per la frega permettessero ai pesci immessi di localizzarvi zone di riproduzione. L’entità dell’immissione è stata di 5.700 trotelle, varietà fario, avendo cura di distribuirle in modo ragionato a seconda delle capacità di carico delle stazioni individuate.
Chiaramente questa immissione non potrà essere risolutiva e non potrà determinare una sostanziale inversione di tendenza nell’ambito dei ripopolamenti ittici, ma vuole senz’altro essere un primo passo ed una dimostrazione di come si possano perseguire obiettivi di salvaguardia degli habitat e degli ambienti naturali, partendo da un punto di vista faunistico, che ha inevitabili ripercussioni sulle attività antropiche, benché esse siano ludico-sportive.
Il Comune di Mulazzo ha intrapreso questa direzione perché consapevole del proprio patrimonio naturale, vuole valorizzarlo in tutti gli aspetti e attraverso tutte le strade che possono migliorare l’ambiente

Conclusioni

Il censimento faunistico condotto con il metodo della pesca elettrica ha permesso di individuare la situazione ittiologica, sia a livello qualitativo che con indici di abbondanza, dei principali corsi d’acqua presenti nel Comune di Mulazzo.
In alcune stazioni di censimento è ancora particolarmente evidente l’impatto degli eventi alluvionali dell’ottobre 2011, che hanno modificato notevolmente la morfologia dei corsi d’acqua con conseguente ripercussione sulle popolazioni ittiche; in corrispondenza di questi tratti la presenza di pesci è stata molto più scarsa e soprattutto si è rilevata l’assenza di siti idonei alla riproduzione e al rifugio per le principali specie di ittiofauna presenti. Nei tratti più a monte invece, si sono riscontrate condizioni ecologiche idonee per la riproduzione ed il reclutamento di una comunità ittica piuttosto differenziata, tipica della regione a ciprinidi reofili in esame.
Nel censimento tardo primaverile si sono incontrati soggetti giovani di vairone, cavedano e barbo che testimonia un accettabile successo riproduttivo per queste specie reofile, soprattutto nei torrenti Teglia e Mangiola, ipotizzabile anche dai risultati delle analisi morfologiche in cui sono emerse strutture granulometriche idonee per la frega. Per quanto riguarda la trota non intendiamo addurre conclusioni sul successo riproduttivo in quanto le operazioni di immissione a fini alieutici hanno condizionato la presenza di individui nella stagione successiva all’apertura della pesca.
A supporto di quanto detto è da considerare anche la differenza composizione percentuale delle popolazioni ittiche emersa dal censimento tardo invernale rispetto a quello tardo primaverile. Infatti, se nella prima fase di censimento le popolazioni erano perlopiù costituite da ciprinidi (vairone e cavedano) nella seconda fase, in tutti i corsi d’acqua monitorati, la specie maggiormente presente è stata la trota a fronte di una popolazione di individui adulti invernale piuttosto contenuta.
Come spesso accade in indagini ittiche condotte all’indomani di mutamenti drastici, anche in questo monitoraggio è emersa una carenza di specie autoctone o tipiche dell’Appennino ed in particolare dell’alborella appenninica (Alburnus albidus) e soprattutto della trota macrostigma (Salmo cettii). Tutti gli individui di trota pescati durante le operazioni di censimento sono stati ricondotti alla varietà fario o atlantica.

Tuttavia considerata la buona presenza di pools e di riffles, e di un habitat sano e non inquinato per quanto riguarda le comunità ittiche è emerso un valore piuttosto scarso di presenza, sia in termini qualitativi che quantitativi. Sicuramente la massiccia presenza di specie ittiofaghe, potrebbe compromettere la persistenza di popolazioni numerose ed auto-sostenute di alcune specie ittiche. In particolare si segnala la continua crescita e la progressiva espansione del cormorano, in associazione alla presenza di molte specie di ardeidi che nel fiume e nei torrenti trovano riparo e soprattutto risorse trofiche. Questi eventi naturali associati ad eventi del tutto stocastici, quali alluvioni e piene straordinarie, e ad eventi più programmati di origine antropica concorrono a deturpare il patrimonio ittico del bacino del fiume Magra.

Da questa indagine è emerso che nel Comune di Mulazzo esistono ancora aree e tratti fluviali con caratteristiche ambientali molto favorevoli al restauro di popolazioni ittiche, tali da consigliare l’attuazione di misure di tutela e di salvaguardia mirate a consolidare e/o ripristinare le condizioni ecologiche e faunistiche attraverso protocolli e progetti che monitorino gli effetti derivanti da attività antropiche (sia a scopi alieutici che svincolati dal rapporto con la pesca) e soprattutto che mirino a regolare l’equilibrio del rapporto preda-predatore che si può instaurare in un ambiente fluviale.